Margaret Thatcher era solita dire che il problema del socialismo è che, prima o poi, i soldi degli altri finiscono. La situazione nella quale si trova il governo laburista di Keir Starmer è sempre più precaria e, con un buco di oltre 50 miliardi di sterline da riempire, non si può andare troppo per il sottile. Singolare, però, che il ministro delle finanze Rachel Reeves abbia deciso di farlo premiando chi denunci parenti o vicini. Secondo dati ufficiali recentemente rilevati, la hotline dell’agenzia delle entrate britannica ha visto un numero record di denunce nei confronti di parenti, vicini o aziende sospettate di evadere il fisco. Pur di recuperare quanto dovuto, l’agenzia delle entrate starebbe per introdurre in maniera sempre più intensiva l’uso dell’intelligenza artificiale, facendo temere un’ondata di cartelle pazze.
Chi più spia, più guadagna
Come riportato dal quotidiano The Telegraph, il programma messo in piedi dalla Hm Revenue and Customs, l’agenzia delle entrate britannica, per ricompensare chi denunci conoscenti per sospetta elusione fiscale ha battuto ogni record quest’anno. Sono stati ben 164.670 gli informatori che hanno fornito prove di possibili irregolarità fiscali, un numero superiore del 9% rispetto a quanto visto nell’anno fiscale 2023-24. L’analisi commissionata dalla ditta di revisione conti Price Bailey ha verificato come, per la prima volta in quattro anni, l’ammontare dei premi garantiti dalla Hmrc ai delatori sia diminuito a sole 852.438 sterline, un meno 13% rispetto all’anno precedente. Al momento non è chiaro se questo calo sia dovuto alla diminuzione delle somme recuperate o alla validità delle soffiate ricevute: l’Hmrc compensa gli informatori in maniera del tutto discrezionale, a seconda dell’ammontare recuperato e di quanto le informazioni ricevute siano cruciali nel recuperare le somme evase al fisco.
L’estrema discrezionalità in questo schema di incentivi è una delle ragioni che, secondo alcuni analisti, impedirebbero ai whistleblowers di denunciare le frodi portate avanti dalle ditte nelle quali lavorano. Il sistema inglese è stato copiato dallo schema impiegato da anni dall’agenzia delle entrate statunitense, la temutissima Irs: in America si può ricevere tra il 15 ed il 30% delle somme recuperate grazie alle informazioni fornite al fisco. Anche se vengono ricompensati solo i delatori che riescano a far recuperare più di 2 milioni di dollari o tasse dovute da individui che guadagnino più di 200.000 dollari all’anno, il successo del programma è tale che, nell’ultimo anno fiscale, l’Irs ha pagato oltre 165 milioni di dollari agli informatori. Visto che i buchi nel bilancio sono sempre più grandi, lo scorso aprile la Hmrc ha annunciato che introdurrà un programma simile a quello statunitense entro la fine del 2025, dove le ricompense saranno calcolate come percentuale delle somme recuperate. Nell’Inghilterra di Starmer, chi più spia, più guadagna.
Evasione in aumento, arriva l’Ai
Il problema del recupero delle tasse evase è sempre più pressante per il governo laburista, visto che gli aumenti dissennati degli stipendi dei dipendenti pubblici e il rallentamento dell’economia hanno aperto una enorme voragine nei conti pubblici. Secondo Andrew Park, esperto di Price Bailey, l’incertezza riguardo agli incentivi starebbe frenando l’efficacia di questo sistema: “Se l’Hmrc dipende sempre di più sulle denunce dei cittadini per chiudere il buco di 5,5 miliardi di sterline negli incassi del fisco, il sistema di incentivi attuale è troppo limitato e troppo poco chiaro”. La questione è ancora più urgente visto che, nelle proprie previsioni, il governo Starmer ha già messo in conto 7,5 miliardi di sterline all’anno di tasse da recuperare.
Nel mirino, come al solito, le piccole e medie imprese: le stime dell’Hmrc prevedono che il 60% delle tasse mancanti dovrebbe arrivare da imprese dal fatturato inferiore a 10 milioni di sterline. Secondo John Hood, della ditta di consulenza Moore Kingston Smith, l’agenzia delle entrate sa bene che il sistema attuale non è adatto allo scopo. “Negli Stati Uniti chi denuncia sa bene che potrebbe finire in galera se fornisce informazioni inesatte e che la somma recuperata deve essere superiore ai 2 milioni di dollari ma il sistema funziona. Ottenere informazioni di alta qualità e tempestive sarebbe fondamentale per aiutare l’Hmrc a colpire l’evasione e l’elusione di soggetti ad alto valore”.
Per assistere nella caccia all’evasore, l’agenzia delle entrate avrebbe anche assoldato per la prima volta agenti Ai, che esaminano nel dettaglio i social. La notizia, rivelata pochi giorni fa, ha causato molto allarme oltremanica, anche se l’Hmrc ha precisato che il monitoraggio dei social sarà impiegato solo in investigazioni criminali e nell’ambito della legislazione esistente. In realtà, il fisco starebbe già usando i social da anni per cercare possibili evasori ma, grazie all’uso dell’Ai, il numero di segnalazioni sta salendo vertiginosamente. Il pericolo, secondo il deputato conservatore Bob Blackman, è che gli errori degli agenti Ai finiscano per rovinare la vita a molti innocenti.
“Se iniziassero davvero a denunciare individui su segnalazioni dell’Ai, queste misure draconiane sarebbero molto preoccupanti. Bisogna che ci sia sempre un controllo umano, altrimenti, in caso di errori dell’Ai, la situazione potrebbe degenerare in fretta”. Rachel Reeves spera di recuperare 7 dei 47 miliardi di sterline del cosiddetto tax gap dai maggiori controlli e, secondo un documento interno reso pubblico nel mese di luglio, l’agenzia intende diffondere ad ogni livello l’uso dell’intelligenza artificiale. Con l’aiuto dei giganti dell’informatica, il fisco inglese promette di diventare sempre più implacabile: vedremo se riuscirà a farlo senza generare milioni di cartelle pazze o rovinare la vita di troppi innocenti.