Una metropolitana in salsa "woke". A Roma la linea C si trasforma in un'occasione per porre in atto una "cancel culture" particolare che riguarda i nomi delle fermate toccate dalla ferrovia sotterranea capitolina. Succede infatti che gli 820mila euro stanziati per gli interventi da apporre in alcune stazioni della metro, con tanto di slittamento della nuova apertura, comprendano anche un ulteriore scopo: rinominare alcune tappe che caratterizzano le soste del mezzo pubblico. Tutto incredibilmente assurdo, ma tutto altrettanto vero. A far notare lo strampalato progetto è stato Andrea De Priamo, senatore di Fratelli d'Italia: "La stazione Fori Imperiali in via dei Fori Imperiali diventerà Colosseo" mentre quella "Amba Aradam diventerà Porta Metronia".
Insomma, anziché potenziare la rete del trasporto pubblico locale e manutenere vetture e stazioni, la spesa prevista riguarderà adeguamenti tramite una "cultura della cancellazione" all'amatriciana che, secondo la giunta comunale di Roberto Gualtieri, dovrebbero rimuovere eventi storici legati alla toponomastica e rendere le stazioni più geolocalizzabili. "Ferma restando l'assurda smania di rimuovere la storia passata, anche quella cui non può che darsi un giudizio negativo, cancellando strade o (come nei casi estremi visti in negli Stati Uniti) abbattendo la statua di Cristoforo Colombo o non so chi - sottolinea De Priamo - resta l'assurda decisione di destinare ingenti somme e di ritardare i lavori della metro per scelte meramente ideologiche".
Un'ennesima dimostrazione dello scollamento più totale del sindaco dalla realtà cittadina, tenendo anche conto che i ritardi dell'apertura della Metro C inciderà negativamente sulla vita della popolazione. Gualtieri non considera "prioritarie le esigenze dei cittadini, che sono costretti quotidianamente a subire i disagi di un trasporto pubblico al collasso: con autobus pieni e in ritardo, con metropolitane soggette a stop per problemi tecnici e con stazioni a volte inaccessibili per mesi a causa di guasti ad ascensori o scale mobili", prosegue l'esponente parlamentare di FdI. Quest'ultimo ritiene che il primo cittadino e l'assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, non abbiano ascoltato l'opposizione in Consiglio comunale: "Avremmo consigliato di acquistare tre nuovi autobus non soggetti ad autocombustione; o, in alternativa, una quindicina di pensiline hi-tech per rendere migliore l'interminabile attesa di un autobus".
Infine, ritornando nel merito delle rimozioni storiche, De Priamo suggerisce all'amministrazione delle ulteriori "specifiche": "Consiglieremmo al sindaco Gualtieri di studiare tutta la storia, di storicizzarla appunto; e di non operare rimozioni, censure o amnesie. Che, oltre a rimuovere pezzi di memoria collettiva, impediscono anche di metabolizzare le cause determinanti: gli eventi e gli errori commessi nel corso dei secoli - conclude in maniera ironica -. La paura che abbiamo, però, è che magari Gualtieri possa scoprire che all'interno del Colosseo i gladiatori si ammazzavano per scopi ludici e i cristiani venivano divorati dai leoni; e davanti a tanta ferocia e violenza decida di intitolare la stazione Colosseo a qualche icona del politically correct, ovviamente sempre a carico dei romani".