Il momento d'oro dell'atletica azzurra prosegue senza soluzione di continuità. "Tonino Andreozzi è un santo, bisogna fargli un monumento!", scherza Antonio La Torre, il dt della Nazionale maggiore che tesse le lodi del ct dei giovani dopo la spedizione trionfale agli Europei under 20. "Mi chiedono spesso: "come mai adesso di talenti ne perdete meno?" Semplice. Io e Tonino lavoriamo a stretto contatto. Quando sono stato chiamato a fine 2018 chiesi di cancellare la divisione tra settore giovanile e assoluto. I risultati sono sotto gli occhi di tutti".
La Torre, come nasce questo boom?
"Una delle spiegazioni è l'impetuosa onda di Tokyo che ha convinto questa generazione, uscita dal covid, a non piangersi addosso, ma a provarci. Noi abbiamo cercato in tutti i modi di combattere il tafazzismo: prima c'era sempre qualcuno responsabile di qualcosa. E invece Tokyo è stata una spinta propulsiva. Come ha detto Kelly Doualla: "la tensione la sento, però sorrido e ci provo". L'altro segreto è il gruppo. Abbiamo fatto diventare l'atletica, sport individuale, uno sport di squadra. A Tampere i ragazzi hanno fatto il giro quasi d'onore alla fine".
Un'immagine.
"La 4x100 femminile d'oro. Se uno prende l'età media della staffetta si mette le mani nei capelli per quanto è giovane".
Adesso il calcio vuole copiare il modello-atletica su giovani e integrazione.
"Beh, non esageriamo. Il calcio che copia noi Magari delle riflessioni andrebbero fatte e sarebbe interessante un confronto dell'esperienza, quello sì: buonissima idea. Noi facciamo un lavoro ancora più capillare insieme alle società. I migliori talenti affluiscono tre volte l'anno nei centri federali di Formia e di Tirrenia. Noi cerchiamo di andare tanto sul territorio. Mandiamo alcuni tecnici per sedute e confronti periodici sui metodi di lavoro, senza che i ragazzi perdano giorni di scuola".
E usate l'intelligenza artificiale?
"Non vogliamo restare indietro. Se usata bene può darci una mano anche sulla selezione e sul reclutamento dei talenti".
I giovani traino verso il Mondiale dei grandi?
"Più che fare da traino, possono dire ai grandi che hanno dietro una bella gioventù che ha imparato da loro ad alzare l'asticella. E ai grandi di continuare a tenerla alta".
L'Italia ai mondiali ?
"Abbiamo rivinto a Madrid la Coppa Europa pur non essendo favoriti. Se ci fosse un altro Europeo, finirebbe come a Roma. Ma il mondo ci sta dicendo che dobbiamo continuare a correre".
Jacobs e Tamberi?
"I nostri eroi feriti sono in un momento di riflessione. Gimbo avrà un'altra gara sabato, Marcell due il 20 e 22. Gare-verità. Non ho alcun dubbio su Marcell, e Gimbo con tutta la rabbia che ha dopo Parigi vorrebbe spaccare la pedana".
Velocità maschile in crisi?
"Un momento critico più che di crisi. Se solo Jacobs riacquistasse una condizione decorosa per il suo status, noi con la staffetta ci andiamo in finale a Tokyo".
E Kelly Doualla? Avete deciso se portarla con voi?
"Parlerò con l'allenatore Monti e se i genitori sono d'accordo, la portiamo. Ma senza nessuna forzatura".
Altri ragazzi papabili?
"Sioli. Alla sua età i 2.30 nell'alto non li ha fatti neanche Tamberi. E poi la Saraceni che è competitiva. Forse porteremo anche Nappi per la staffetta. Avremo più donne che uomini".
Los Angeles 2028?
"Con Doualla, Succo, Castellani e gli altri possiamo guardare con serenità già a Brisbane 2032".