Ora Sala richiama la maggioranza: "Attenti, non cavalcate le proteste"

Scritto il 15/10/2025
da Chiara Campo

Il sindaco avverte: "Prudenza, i milanesi giudicano". Ma i Verdi si ribellano. Altre crepe a sinistra. E Beppe pensa alle Politiche: "Convenzione dei riformisti"

Scontri tra i centri sociali che hanno tentato di invadere Palazzo Marino e la polizia, fischi e insulti dal pubblico in Consiglio e la maggioranza (di nuovo) spaccata sullo stop al gemellaggio tra Milano e Tel Aviv, che comunque non è passato, e il centrodestra unito l'ha bocciato in blocco. Scene il sindaco non ha gradito. A poche ore dal voto aveva frenato e ieri ha ribadito che sulla rottura dei rapporti con Tel Aviv era "perplesso" perchè "è la città più progressista di Israele, c'è un sindaco da 27 anni, che è anche mio amico e mi fido, che ha posizioni durissime nei confronti di Netanyahu. Giusto colpire Israele ma in maniera selettiva. Se vogliamo criminalizzare l'intero Israele non sono d'accordo e temo che molti di quelli che parlano di Tel Aviv non ci siano mai stati, è sempre stata progressista e attenta ai diritti, pensiamoci bene". E fa un richiamo diretto alla sua maggioranza, specie dopo aver assistito agli scontri in piazza: "Rispetto tutte le manifestazioni, è un diritto, però in questa fase non posso che consigliare molta prudenza, anche alla mia parte politica. Attenzione, perchè i milanesi giudicano. Stiamo attenti a comprendere le proteste ma non a cavalcarle". Condivide la proposta (inserita in una mozione rinviata alla prossima seduta) che chiede un gemellaggio o un "patto di amicizia" con Gaza City.

In piazza prima e dopo il voto e in mezzo al pubblico che protestava, con bandiera della Palestina e kefiah al collo, c'erano anche i consiglieri di Europa Verde con cui i rapporti sono già tesi dopo il voto sulla vendita di San Siro. I capigruppo Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini contestano: "Sala ha lasciato intendere che colpire Tel Aviv sarebbe stato ingiusto perché è la città più progressista e perché il sindaco Huldai è un suo amico. Anzitutto, è un modo sbagliato di affrontare la questione: come se in gioco ci fosse l'amicizia personale di due uomini potenti e non i valori di un'istituzione democratica. Dopodiché, è evidente che abbiamo un'idea diversa di cosa significhi essere progressisti. A noi non basta che Tel Aviv ospiti il Pride o che lì esista un'opposizione politica a Netanyahu. La vera domanda è: cosa ha fatto il Comune di Tel Aviv anche solo per condannare il massacro dei palestinesi a Gaza? Niente. Una città realmente progressista, a pochi chilometri dalla Striscia, non avrebbe voltato la testa mentre un intero popolo veniva affamato e bombardato. Da Milano ci saremmo aspettati più coraggio. L'unico atto davvero incisivo, interrompere il gemellaggio, si è scelto di non compierlo. Invece di dire a noi di non cavalcare le proteste, una volta tanto il sindaco potrebbe sforzarsi di comprenderle".Il verde Carlo Monguzzi, che ha già annunciato l'uscita dalla maggioranza dopo il caso San Siro ma siede ancora a sinistra, attacca: "Io non cavalco proteste ma sostengo quelle giuste. Lo faccia anche Sala". La capogruppo Pd Beatrice Uguccioni è "d'accordo con il rispetto per tutte le manifestazioni, anche aspre purché non violente né lesive di diritti altrui" ma aggiunge che "oltre al giudizio dei milanesi andrebbe tenuto conto del clima generale molto teso per via di quanto succede nel mondo. Per questo i consiglieri non dovrebbero mai soffiare strumentalmente sul fuoco delle proteste, come sembra fare qualcuno che siede ancora in maggioranza".

Sala prende le distanze dall'ala della sinistra radicale. Commentando il voto in Toscana ieri ha ribadito, come alla Leopolda con Matteo Renzi, che "in un'epoca di apparente dominio degli estremismi c'è spazio per proposte moderate e riformiste". In vista delle Politiche "bisogna ambire al 10% a livello nazionale: impossibile per una forza riformista e moderata, laica e cattolica democratica? Secondo me, no. Ho già pubblicamente suggerito che serve una vera e propria costituente dei moderati e dei riformisti, una Convenzione Repubblicana, di chi vuole come noi un progresso giusto e il riconoscimento di diritti e regole".