"Biciclettone" elettriche: per l'Aci sono fuorilegge

Scritto il 15/10/2025
da Stefano Arosio

Per il vicepresidente Meda i mezzi utilizzati dai rider sono tutto fuorché bici: "Andrebbero confiscate"

Il punto di partenza non è incoraggiante e parla di 3030 vittime sulle strade d'Italia, nei soli 12 mesi del 2024. Nel dettaglio, 830 erano motociclisti, 470 pedoni, 185 ciclisti. E basterebbero le quote certificate dall'Istat a segnalare quale sia la fascia più vulnerabile, soprattutto a Milano e in Lombardia, che indossano la maglia nera in termine di dati assoluti. Nella Città metropolitana, 90 decessi e 16.257 feriti (120 e 16.177 l'anno precedente), con 7743 incidenti solo a Milano (38 morti e 9585 feriti, in lieve calo sul '23). In aumento i decessi in provincia di Monza e Brianza (+7) e Lodi (+2), in una Lombardia in cui si resta in auto mediamente 3 ore al giorno, cifra sempre più simile a quella dei trasportatori professionali: «L'evoluzione della mobilità deve essere gestita in modo migliore. Da padre, avrei paura a far circolare i miei figli in bici per Milano», spiega Pietro Meda, vicepresidente vicario di Automobile club Milano, al Forum dell'AutoMotive. Ne fa una questione culturale, Meda, puntando il dito sulla problematica più evidente in città, quella della gestione dei rider. «Diciamolo chiaramente: circolano tutti con mezzi fuorilegge. Sono biciclette che biciclette non sono e che dovrebbero essere tutte confiscate». C'è una correlazione anche con temi assicurativi o giuridici, senza tenere conto che i conduttori di questi mezzi - spesso di origine asiatica - hanno licenze di circolazione di Paesi con differenti normative rispetto al Codice della strada italiano. «Se si confiscassero tutti questi mezzi, poi i milanesi si arrabbierebbero perché la pizza arriverà fredda- commenta sarcastico Meda- ma in una città come Milano non è possibile che ognuno faccia quel che vuole». Tra biciclette in contromano e monopattini abbandonati sui marciapiedi «è un problema culturale: sin da piccoli si deve essere educati al rispetto del Codice della strada». Un compito che per Lucia Vecere, responsabile Sicurezza di Aci, deve passare attraverso le scuole e da esperienze che (come con l'utilizzo di visori alcolemici) comunichino efficacemente con le nuove generazioni. Anche perché ci si muove in un contesto in continuo cambiamento. Lo dimostra proprio l'impatto dei monopattini elettrici, nati con funzione ludica e divenuti strumento di trasporto per «l'ultimo chilometro». Ma lo dimostra anche l'impiego della tecnologia e dell'intelligenza artificiale in tema di sicurezza stradale, con i progetti evoluti di guida autonoma. Per i quali, il programma «moral machine» ha già catalogato nel mondo 40 milioni di risposte per educare l'algoritmo sulle decisioni da prendere, in caso di incidenti inevitabili. «In altre parole- conclude Meda - si devono creare le infrastrutture e la cultura urbanistica adeguata al momento che stiamo vivendo, così da abbassare le statistiche con cui invece oggi ci stiamo misurando».