La Cina è pronta a «combattere fino alla fine» in una guerra commerciale con gli Stati Uniti, in merito alla minaccia del presidente americano Donald Trump sulla imposizione di ulteriori dazi al 100% sui beni made in China in risposta alla nuova di Pechino sull’export di terre rare.
«Sulla questione delle guerre tariffarie e commerciali, la posizione della Cina rimane coerente.
Se volete combattere, combatteremo fino alla fine; se volete negoziare, la nostra porta rimane aperta», ha detto un portavoce del ministero del Commercio di Pechino sottolineando che il confronto danneggia entrambi. Con un’intervista al Financial Times, il segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, ha contrattaccato accusando la Cina di cercare di danneggiare l’economia mondiale: «Vogliono trascinare tutti gli altri giù con loro. Forse c’è qualche modello di business leninista in cui far male ai propri clienti è una buona idea. Se vogliono rallentare l'economia mondiale, sono quelli che saranno i più colpiti. Sono nel mezzo di una recessione/depressione e stanno cercando di esportarla», ha detto Bessent.
A lanciare l’allarme è, intanto, il Fondo Monetario Internazionale che nel World Economic Outlook scrive: «L’economia mondiale cresce» ma le tensioni commerciali e l’ombra dei continuano a pesare: una escalation fra gli Stati Uniti e la Cina potrebbe avere un «impatto negativo sull’economia globale». Nonostante questo, sono le stime dell’Fmi, il Pil mondiale quest’anno salirà al +3,2% dal 3% dell’update di luglio e dal 2,8% del rapporto di aprile. Il Fondo Monetario conferma le stime di crescita per l'Italia nel 2025 e nel 2026.
Anche la Ue è preoccupata per le tensioni tra Washington e Pechino: Sulla misura annunciata dalla Cina per l’export di materie rare, «valuteremo quale sarà la risposta più appropriata a queste misure», ha dichiarato il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic.