È ancora ricoverata Anna Laura Valsecchi, la donna che ieri mattina è stata brutalmente accoltellata a Milano, in piazza Gae Aulenti. Il fendente l'ha colpita alla schiena, sotto l'ascella, colpendo il polmone e la milza. È stata operata dal Trauma-Team dell'ospedale Niguarda e attualmente non è in imminente pericolo di vita, anche se la prognosi verrà sciolta non prima delle prossima 24 ore. È stata colpita da Vincnzo Lanni, 59 anni e un passato di aggressioni, cacciato dalla comunità nella quale era in cura e da qualche giorno ospite di un hotel nei pressi della Stazione Centrale. Non ha un movente: l'ha colpita perché voleva uccidere e questa mattina ha confessato. Ha dichiarato che non conosceva la vittima e che "l'ha aggredita per mera scelta casuale, volendo colpire, attraverso lei, il contesto nel quale si trovava". Ha ricondotto il suo gesto a "forte risentimento nei confronti della comunità di recupero che lo scorso giovedì lo aveva allontanato per cattiva condotta e alla insofferenza per il licenziamento subito 10 anni prima da parte di un'azienda di programmazione informatica per cui lavorava".
"Come un film, ero con lei fino a due minuti prima. L’ho raggiunta e mi ha detto solo: è un pazzo", ha dichiarato il marito al Corriere della sera, raccontando quei minuti drammatici. La donna era appena arrivata in piazza dove poi sarebbe entrata nel suo ufficio di Finlombarda, che si affaccia proprio su Gae Aulenti. Anche ieri ha preso la metropolitana scendendo alla fermata di Gioia e coprendo il resto del tragitto a piedi, pochi metri diventati un'abitudine. "Eravamo al telefono fino a due minuti prima. L’ho salutata. Le ho detto: 'Amore, sono arrivato al lavoro'". Era un lunedì come tanti, per lei così come per lui, nessuno avrebbe mai immaginato cosa sarebbe accaduto da lì a pochi secondi. "Ho avuto giusto il tempo di legare la mia bici. E mi è squillato di nuovo il telefono. Ho guardato il display. Era di nuovo lei che richiamava. Mi sono detto: strano. E ho risposto. Non era mia moglie", prosegue l'uomo raccontando quei momenti surreali. "Era una signora, che non conoscevo. Mi ha detto che si era fatta dare il telefono da mia moglie, e mi aveva chiamato. Mi ha detto: 'Sono qui con sua moglie'. Mi ha detto cosa era successo. Ho ripreso la bicicletta, e sono volato là".
L'uomo lavora in una piscina poco distante e ha coperto quei pochi chilometri a una velocità che forse non sapeva nemmeno di poter raggiungere. In pochi minuti era già da sua moglie. "ono arrivato subito, in pochi minuti. Lei era ancora là, con il coltello infilzato nella schiena. Ma era sveglia e cosciente, almeno finché non l’hanno sedata. Guardi, non so davvero che cosa dire. Non ho parole per me, figuriamoci per gli altri", ha aggiunto l'uomo, ancora in evidente stato di choc per quanto accaduto. "Mi hanno detto che l’operazione è andata bene ma che le prossime 48 ore sono decisive, può migliorare oppure...", ma l'alternativa non può essere contemplata. Anche grazie all'enorme lavoro fatto, ancora una volta, dal Trauma-Team del Niguarda, eccellenza italiana.

