"Hanno simulato la guerra contro Starlink di Musk": cosa c'è dietro il test della Cina

Scritto il 25/11/2025
da Federico Giuliani

La Cina avrebbe simulato come oscurare Starlink su Taiwan, scoprendo che servirebbero 1.000–2.000 droni jammer coordinati per ottenere un blackout totale delle comunicazioni satellitari

La Cina ha svelato una sua presunta strategia per affrontare la guerra del futuro: il blackout totale di Starlink. Un recente studio di simulazione condotto da scienziati dell'Esercito Popolare di Liberazione (PLA) ha infatti offerto un'analisi più dettagliata su come Pechino intenderebbe neutralizzare la rete satellitare di Elon Musk, in caso di conflitto su Taiwan. La sfida per il PLA è chiara e coincide sul come ottenere il predominio elettromagnetico contro una costellazione di oltre 10.000 satelliti capace di auto difendersi e resistere alle interferenze in tempo reale. La risposta dei ricercatori cinesi sta tutta in un paper militare che dimostra come sia tecnicamente possibile "mettere a tacere" il sistema di comunicazione più resiliente mai costruito. Ecco in che modo.

Il test cinese anti Starlink

Come ha spiegato il South China Morning Post, la simulazione condotta dagli scienziati cinesi, che hanno analizzato l'esatta posizione di migliaia di satelliti Starlink nell'arco di dodici ore sopra la Cina orientale, ha rivelato un dato tanto inquietante quanto illuminante: l'infrastruttura di Musk è vulnerabile, ma non a costo zero. Per riuscire a "oscurare" il segnale satellitare su un'area grande quanto Taiwan, il cuore nevralgico della contesa geopolitica nel Pacifico, sarebbero necessari tra i mille e i duemila droni da guerra elettronica. Non si parla di semplici interferenze localizzate, ma di uno sciame robotico coordinato e massivo, progettato per saturare lo spettro radio e annientare la connettività.

Che cosa significa? In primo luogo l'obiettivo primario di un'eventuale azione militare contro l'isola ribelle non è solo l'invasione fisica, ma la disconnessione totale, il blackout informativo che precede il blitz. In secondo luogo, un test del genere evidenzia la necessità di uno sforzo bellico colossale e visibile. Mille o duemila droni non sono invisibili; il loro impiego non solo interromperebbe le comunicazioni militari e civili di Starlink, ma causerebbe anche un "danno collaterale" massiccio, neutralizzando di fatto tutti i network cellulari 4G nell'area. Il prezzo della supremazia elettronica è quindi un'escalation immediata e totale. I risultati dell'esperimento, pubblicati il 5 novembre sulla rivista cinese peer-reviewed Systems Engineering and Electronics, suggeriscono che il disturbo di Starlink in una regione grande come Taiwan è tecnicamente fattibile.

Cosa può succedere

Il documento sottoposto a revisione paritaria, intitolato "Ricerca di simulazione di jammer distribuiti contro le trasmissioni di comunicazioni downlink di mega-costellazioni", è stato redatto da un team dell'Università di Zhejiang e del Beijing Institute of Technology (BIT), quest'ultimo uno dei principali attori della ricerca sulla difesa in Cina. "I piani orbitali di Starlink non sono fissi e le traiettorie di movimento della costellazione sono estremamente complesse, con il numero di satelliti che entrano nell'area visibile in continua evoluzione", ha scritto il team guidato dal ricercatore della difesa del BIT Yang Zhuo. "Questa incertezza spaziotemporale rappresenta una sfida significativa per qualsiasi terza parte che tenti di monitorare o contrastare la costellazione Starlink", ha aggiunto l'esperto.

Secondo il team di Yang, Starlink potrebbe essere contrastato solo con una strategia di jamming distribuita. Invece di affidarsi a poche potenti stazioni terrestri, centinaia o migliaia di piccoli jammer sincronizzati dovrebbero essere schierati in cielo – su droni, palloni o aerei – formando uno scudo elettromagnetico sul campo di battaglia.

Utilizzando dati reali del satellite Starlink, il team ha simulato il posizionamento dinamico dei satelliti in un periodo di 12 ore sopra la Cina orientale. Ha quindi modellato la potenza del segnale di downlink dai satelliti Starlink, il modello di ricezione dei terminali utente, la propagazione delle interferenze da terra al cielo e dal cielo alla terra, e l'effetto cumulativo di più jammer che colpiscono lo stesso terminale da angolazioni diverse; ha poi introdotto una griglia di jammer virtuali, che volavano a 20 km di altitudine, distanziati tra loro di 5 e 9 km, come una scacchiera nel cielo.

Per coprire l'isola con un'affidabile soppressione Starlink sarebbero necessari almeno 935 nodi di interferenza coordinati, e questo numero non include la ridondanza in caso di guasti, la compensazione di terreni come le montagne che bloccano i segnali e il contrasto dei futuri aggiornamenti anti-jamming di Starlink. Utilizzando una fonte di energia da 23 dBW più debole ma più economica, con una spaziatura di 5 km, si raddoppierebbe la portata dell'impiego dei droni, portandola a circa 2.000 unità. Il team di Yang ha affermato che i risultati erano preliminari perché Starlink ha mantenuto riservate alcune tecnologie chiave: "Se in futuro sarà possibile ottenere misurazioni effettive dei dati del diagramma di radiazione dei terminali utente Starlink e acquisire valori misurati empiricamente dei coefficienti di soppressione per questi terminali, ciò contribuirebbe a ottenere risultati di valutazione più accurati".