Gentile Direttore Feltri,
ma è possibile che quei quattro ragazzini non siano imputabili? Hanno ucciso una persona, in pieno giorno, alla luce del sole! Come è possibile che la legge li escluda dalla responsabilità penale? Questo non è giusto.
Serena Bianchi
Cara Serena,
che un lettore come te si faccia questa domanda mi rallegra: significa che non siamo ancora rassegnati a vedere la giustizia fare acqua da tutte le parti. E hai ragione: il meccanismo dell'imputabilità minorile nei casi come questo sembra architettato per lasciare i delinquenti liberi di delinquere ancora con il benestare dello Stato e della Giustizia (ingiusta). In Italia, la legge stabilisce che fino ai 14 anni non si è mai imputabili: il minorenne è considerato incapace di intendere e volere, senza possibilità di eccezione. Questo vuol dire che anche se quattro ragazzini minorenni, ben consapevoli di quello che stanno facendo, investono e ammazzano una donna, non possono essere chiamati a risponderne penalmente. Una certezza distruttiva.
Il legislatore ha cercato una via mite, con principi come la minima offensività e la destigmatizzazione, ma qui non siamo a un litigio tra compagni. Qui c'è una strage, una vita spezzata in pieno giorno. Non è vero che questa non imputabilità sia una conquista etica, un progresso civile, illuminismo morale: è una sorta di pacca sulla spalla al ragazzino che delinque. I quadri dei reati commessi da bande di giovani, spesso di origine straniera o rom, ce lo stanno mostrando con dati lampanti. Un sistema che perde la capacità di distinguere tra teatro dell'azione e impunità è un sistema marcio. Se lo Stato consente a famiglie nomadi di non mandare i figli a scuola, se non raggiunge le enclave di illegalità, allora abbiamo un problema politico e di ordine pubblico. Questo popolo sfuggito a ogni forma di disciplina si ritrova in strada, senza freno, con l'illusione di non pagare mai. Ma chi compie un reato grave, dovrebbe essere punito. Sempre. E qualcuno, imprudentemente, si azzarda pure di accusare le forze dell'ordine di esagerare quando inseguono queste baby gang, ricorderai la vicenda Ramy. Li dipingiamo sempre come vittime questi minori, tanto più se non italiani. Non sono giovani fragili. Sono bulli impuniti. Anzi no, criminali impuniti, il bullo al massimo fa bullismo e non fa carneficina di creature viventi. Ed è vergognoso che il dibattito pubblico torni sempre a giustificare i colpevoli, a presentarli come poverini esclusi, disadattati socialmente. No. Giovanissimi, sì. Ma delinquenti consapevoli anche.
Occorre smettere di regalare scuse: la legge va cambiata, l'età di imputabilità abbassata e, soprattutto, serve un sistema che sappia fermare questi ragazzini, rieducarli, rimetterli in riga, senza farsi prendere dal senso di colpa o dalla tenerezza. In sintesi: no, non è accettabile che questi delinquenti non siano imputabili. Che la legge parli di uguaglianza e non consideri poi tutti uguali è un controsenso. È ora che lo Stato torni a difenderci. Ma soprattutto a punire.