Carlo Nordio tra tutti i ministri è quello che forse è più abituato a rilasciare dichiarazioni che creano polemiche. È un ex magistrato che si è sempre distinto per posizioni originali e garantiste. Da quando è ministro della Giustizia ha mostrato grande interesse per il problema della violenza di genere.
Signor ministro, lei ha detto che la violenza verso le donne sta scritta nel Dna dei maschi. È così?
"Ho detto che la prevaricazione dei maschi nei confronti delle donne si è sedimentata nel Dna degli uomini a causa di migliaia di anni di dominio. Ho detto che alle origini dell'evoluzione l'unico criterio di supremazia era la forza muscolare, e questo ha favorito l'uomo, che da allora l'ha esercitata in guerra e in pace, nella politica, nelle scienze, nelle arti e nella religione. Per questo può essere esser sradicato soltanto da una rigenerazione culturale, ferma restando la necessità di norme preventive e repressive. Quando ho esposto questo concetto la commissaria europea per la parità, Hadjia Lahibib si è congratulata calorosamente. Chi ha sollevato la polemica non aveva nemmeno sentito l'intero intervento, e si è basato su alcuni lanci parziali di agenzia".
Oggi si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Quindi è un problema mondiale
"Appunto. È un problema mondiale perché i maschietti sono uguali in tutto il mondo. Anche se vi sono forti differenze tra Paesi dove almeno formalmente la donna ha gli stessi diritti dell'uomo, e altri dove è considerata poco più che una proprietà. E magari sono paesi per i quali la nostra sinistra nutre una certa simpatia".
In Occidente il patriarcato esiste ancora?
"Il patriarcato formale ovviamente no. Ma ricordiamoci che fino a pochi anni fa in Italia esisteva il delitto d'onore, che lasciava impunito il marito che scopriva il tradimento della moglie. Che l'adulterio era punito solo per la donna. E che lo ius corrigendi del padre di famiglia era stato codificato proprio nel codice napoleonico, nato dalla Rivoluzione Francese. Quindi di fatto il patriarcato esiste ancora, ed è difficile sradicarlo dalla testa di molti maschi, anche se la legge riconosce e impone la parità".
Chi dice che la donna deve imparare a tutelarsi viene accusato di vittimizzazione secondaria. Lei cosa ne pensa?
"Che bisogna fare chiarezza. Una cosa è l'autotutela della donna, che deve evitare situazioni pericolose. Ma questo riguarda tutti noi, e non solo nell'ambito sessuale. Anche un uomo robusto evita di circolare con un portafoglio gonfio, di notte, in un luogo malfamato. Altra cosa è la vittimizzazione secondaria, quando alla violenza fisica consegue quella psicologica del meccanismo messo in moto dalla denuncia. Per questo occorre che le vittime siano sentite da personale specializzato, cioè polizia giudiziaria e magistrati altamente qualificati".
Crede che l'emergenza-violenza dipenda da una insufficienza delle leggi o da una loro cattiva applicazione?
"Le leggi esistono già. Abbiamo introdotto il reato di femminicidio, punito con l'ergastolo secco, e anche qui sono sorte polemiche. Oltre a quello vi sarebbe solo la pena di morte, che non mi pare proprio in discussione. Anche il codice rosso funziona, benché si possa sempre migliorare. Ma, ripeto, è illusorio pensare che le leggi risolvano tutto. Per questo serve l'educazione al rispetto e alla tolleranza".
Pensa che la violenza nelle coppie dipenda solo dai maschi?
"Sono due tipi di violenza diversi. Non possiamo però ignorare che anche molti maschi subiscano forme di violenza psicologica. Che sono altrettanto gravi".
Perché secondo lei i maschi non denunciano?
"L' uomo probabilmente è riluttante a denunciare queste vessazioni, perché può considerarle sintomatiche di una sua debolezza, o subalternità. Comunque il pericolo maggiore deriva da denunce calunniose, che purtroppo sono frequenti. L'ultima inchiesta che ho condotto in merito, ha coinvolto un quarantenne, con un ruolo importante, che ha rischiato il processo e la condanna per violenza sessuale. È stato salvato dalla circostanza paradossale che i due avevano filmato il rapporto, dove erano manifestamente consenzienti".
Una donna arrivata ai vertici dello Stato, come la Meloni, cambia l'immaginario dei rapporti tra donne e uomini?
"Diciamo che consolida la conclusione cui sono giunti molti neurofisiologi: che il cervello femminile funziona meglio di quello maschile".
Il Parlamento ha approvato all'unanimità una legge che impone all'uomo di ricevere formalmente il consenso della donna al momento dell'approccio sessuale. Altrimenti è stupro. Questa legge, in caso di processo per stupro, non inverte l'onere della prova?
"No, perché deve esser sempre coniugata, nella sua applicazione, con la presunzione di innocenza prevista dalla nostra Costituzione".
I genitori dei bambini della casa nel bosco si sono trovati i loro figli sequestrati dallo Stato. È giustizia o è stalinismo?
"Per ora su questo non posso pronunciarmi. Osservo però che dopo tante critiche alla società dei consumi, e alla spersonalizzazione della civiltà industriale sia quantomeno singolare intervenire nei confronti di chi vuole tornare allo stato di natura decantato da Rousseau".