Ilva, Taranto si arrende all’acciaio green

Scritto il 13/08/2025
da Sofia Fraschini

Retromarcia del sindaco che voleva dettare le condizioni. Urso: "Parola agli investitori"

Disco verde dagli enti locali al piano per la decarbonizzazione dell'ex Ilva (con tre forni elettrici) e all'avvio concreto della gara. Grazie a un faticoso accordo, strappato ieri al Mimit dopo una lunga riunione con gli enti locali arrivata dopo mesi di trattative e stop and go, ora il ministro delle Imprese Adolfo Urso può vestire il nuovo bando per la vendita e il rilancio degli asset siderurgici di contenuti reali e soprattutto condivisi: passaggio fondamentale per dare certezze ai futuri investitori che difficilmente avrebbero guardato a un contesto produttivo già così complesso. Da un lato il sindaco di Taranto Piero Bitetti si è arreso a un piano efficace di rilancio per il quale da mesi faceva ostruzionismo e, dall'altro, il Mimit ha messo nero su bianco una serie di interventi di ambientalizzazione cari al primo cittadino.

Nel dettaglio, l'accordo firmato da tutte le parti prevede l'obbligo vincolante della piena decarbonizzazione del sito di Taranto che impone, ai soggetti interessati, di impegnarsi allo spegnimento delle aree a caldo alimentate a carbone; di realizzare fino a un massimo di tre forni elettrici per coprire l'intera capacità produttiva autorizzata (6 milioni di tonnellate) e al pieno rispetto delle prescrizioni contenute nella nuova Aia, in vista del rilascio - successivo all'assegnazione dell'asset - di una Aia più adatta al nuovo assetto pienamente decarbonizzato; di tutelare l'occupazione secondo principio inderogabile; di poter presentare offerte per l'intero complesso aziendale o rami d'azienda o l'intero compendio aziendale Nord o Sud.

Le parti «condividono la necessità che l'acquirente presenti nel rispetto dei tempi che saranno indicati in fase di aggiudicazione, le dovute istanze autorizzative sul versante ambientale e sanitario, che tengano conto della progressiva e completa decarbonizzazione dello stabilimento attraverso la realizzazione di forni elettrici in sostituzione degli altoforni che saranno gradualmente dismessi in un tempo certo». Tempo che dovrà essere indicato da ogni offerente in sede di gara.

Un nuovo vertice sarà convocato dopo il 15 Settembre termine ultimo per la presentazione di offerte vincolanti per esaminare le prime evidenze della procedura e valutare la possibile localizzazione degli impianti di preridotto (DRI) utili per l'approvvigionamento dei forni elettrici, qualora sia possibile assicurare il necessario approvvigionamento energetico. In soldoni, la partita sul Dri (a Taranto, a Gioia Tauro e/o a Genova) resta aperta.

«Oggi finalmente sappiamo che c'è la squadra Italia, ci giochiamo insieme la partita per l'industria del nostro Paese», ha detto Urso spiegando che si tratta di «una svolta che incoraggerà gli investitori per la riconversione green. Italia sarà il Paese che primo fornirà siderurgia verde in tutta Europa».

Saranno anche esaminate nuove prospettive per la reindustrializzazione delle aree libere, secondo gli indirizzi del «tavolo Taranto» tenendo presente il principio della valorizzazione dell'indotto, «da attuarsi mediante una procedura di avviso per manifestazione di interesse agli investimenti industriali e produttivi, con la nomina di un Commissario, e l'incremento del Fondo sanitario regionale». Tra le altre cose, sarà favorita la nascita di un polo tecnologico che possa operare in diversi ambiti industriali a supporto dello sviluppo produttivo sostenibile del territorio tarantino. E saranno valutate possibili misure in favore dei proprietari degli immobili nel quartiere Tamburi, «anche attraverso lo snellimento delle procedure e il rifinanziamento del fondo».

Al fine di scongiurare o attenuare riflessi negativi sul versante occupazionale della transizione green dell'acciaieria «saranno inoltre valutate con i sindacati misure di politica attiva e passiva del lavoro».