Torre dei Conti, perché è crollata? Le ipotesi

Scritto il 04/11/2025
da Roberta Damiata

Un morto, un ferito e danni a un simbolo di Roma: la Procura indaga per disastro colposo. L’antica torre medievale era in restauro con fondi pubblici

Un morto, un ferito grave e la perdita di un pezzo di storia millenaria: è questo il tragico bilancio del crollo della Torre dei Conti a Roma, avvenuto nella mattina di lunedì 3 novembre. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e disastro colposo, mentre l’area è stata posta sotto sequestro per consentire accertamenti e messa in sicurezza.

La torre, simbolo del potere medievale dei Conti di Segni e punto di riferimento nel cuore dei Fori Imperiali, era da mesi oggetto di un intervento di restauro da 6,9 milioni di euro finanziato con fondi del PNRR. Ora, le macerie si mescolano alla storia, e gli inquirenti cercano di capire come un edificio in corso di consolidamento abbia potuto collassare improvvisamente.

Perché la Torre è crollata: le prime ipotesi

Secondo le prime ricostruzioni, il crollo avrebbe interessato il contrafforte centrale del lato meridionale della torre, provocando a catena il cedimento di parte del basamento e di alcuni solai interni. Le immagini video mostrano un effetto domino, con il collasso progressivo dei livelli superiori.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Mario Dovinola insieme ai procuratori aggiunti Antonino Di Maio e Giovanni Conzo, si concentrano su un possibile cedimento interno localizzato, ma non si esclude l’effetto combinato di più fattori: infiltrazioni d’acqua, radici della vegetazione, vibrazioni sismiche e fragilità strutturale. Una consulenza tecnica sarà affidata a breve per ricostruire la dinamica esatta e individuare eventuali responsabilità.

Una torre fragile da anni

La Torre dei Conti era inutilizzata dal 2006 e da tempo mostrava segni di degrado evidenti. Le relazioni tecniche redatte prima dei lavori parlavano di “gravi problemi sul paramento murario esterno, con diffusa disgregazione degli elementi costruttivi” e “vegetazione spontanea penetrata nelle crepe”.

All’interno, si segnalavano controsoffitti crollati, danni a infissi e decorazioni murarie, e infiltrazioni d’acqua al piano superiore causate dal deterioramento della guaina protettiva. Tutti elementi che avevano contribuito a rendere l’edificio instabile e bisognoso di un intervento urgente di consolidamento.

L’ipotesi del terremoto: una scossa il giorno prima

Tra le cause del disastro potrebbe esserci anche la scossa di terremoto di magnitudo 3.3 registrata nella serata del 1° novembre nella zona dei Castelli Romani, a una profondità di 5 chilometri.

Le vibrazioni sismiche, sommate al maltempo delle ore successive e alla fragilità della struttura, potrebbero aver indebolito ulteriormente la muratura già compromessa, innescando un cedimento improvviso. Un’ipotesi ancora da verificare, ma che si inserisce in un quadro più ampio di stress ambientale e strutturale che negli ultimi anni sta mettendo a dura prova il patrimonio monumentale della Capitale.

Il restauro finanziato dal PNRR: un progetto da 7 milioni di euro

Il crollo arriva in un momento delicatissimo: da giugno 2025 era in corso il primo stralcio dei lavori di restauro, già quasi concluso, per un importo di circa 400 mila euro, comprendente la bonifica dall’amianto e le prime opere di consolidamento.

Il progetto complessivo da 6,9 milioni, finanziato dal programma “Caput Mundi” del PNRR, prevedeva il recupero strutturale e funzionale della torre con la creazione di spazi museali, una sala conferenze e una caffetteria panoramica sulla terrazza, destinata a diventare un nuovo punto di osservazione sui Fori Imperiali.

Il cantiere si inseriva nel più ampio piano di riqualificazione urbana dell’area di Largo Corrado Ricci, dove sono in corso scavi archeologici e interventi di pedonalizzazione.

Le parole della Sovrintendenza Capitolina

In una nota ufficiale, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ha precisato che il crollo “ha interessato il contrafforte centrale del lato sud e parte del vano scala e del solaio di copertura”. Le indagini preliminari svolte nei mesi scorsi avevano dato esito positivo sulla stabilità generale della struttura, con prove di carico e carotaggi che avevano “attestato le condizioni di sicurezza necessarie per procedere con gli interventi”.

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli, accorso sul posto insieme al sindaco Roberto Gualtieri e al prefetto Lamberto Giannini, ha parlato di “tragedia che impone chiarezza e rigore nelle indagini, per comprendere come sia potuto accadere un evento simile in un cantiere pubblico”.

Un simbolo medievale sopravvissuto per otto secoli

La Torre dei Conti è una delle testimonianze più rare della Roma medievale. Costruita nel 1203 per volontà di papa Innocenzo III per la sua famiglia, i Conti di Segni, la torre raggiungeva originariamente i 50 metri di altezza e dominava i Fori Imperiali. Nei secoli ha resistito a guerre, incendi e terremoti, quello del 1349 la mutilò pesantemente, come raccontò Francesco Petrarca in una lettera del 1351:

Torre, unica al mondo, aperta da grandi fenditure, guarda come mutilata il proprio capo, onore della superba cima, sparso al suolo.” Nel Cinquecento perse il rivestimento in travertino, riutilizzato per la costruzione di Porta Pia. Tra Ottocento e Novecento fu isolata dalle nuove arterie urbane, via Cavour e via dei Fori Imperiali, ma restò simbolo dell’antica Roma fortificata, uno dei pochi esempi di architettura medievale sopravvissuti nel centro storico.

Roma si interroga sulla sicurezza del suo patrimonio

Il disastro della Torre dei Conti riaccende il dibattito sulla fragilità del patrimonio monumentale romano e sulla sicurezza dei cantieri pubblici. Molti siti storici, dai palazzi rinascimentali alle chiese barocche, attendono ancora interventi strutturali di consolidamento, mentre la gestione dei fondi PNRR richiede velocità e rigore amministrativo.

La Procura ha disposto una perizia urgente per verificare l’esecuzione dei lavori e il rispetto delle norme di sicurezza. Ma oltre alle responsabilità immediate, resta una domanda aperta: quanto è davvero protetto il patrimonio storico di Roma di fronte al tempo, alle intemperie e alle scosse di una città che continua a cambiare sotto i suoi stessi strati di storia?