AGI - Tristezza, turbamento, smarrimento. Lo stato d'animo della Chiesa e del mondo intero, il giorno dopo le esequie di Papa Francesco, lo si può paragonare a quello dei discepoli chiusi nel cenacolo "orfani, soli, smarriti, minacciati e indifesi" dopo la morte di Gesù. Il cardinale Pietro Parolin, già Segretario di Stato, ha presieduto, nella II domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, e nel II giorno dei Novendiali - il periodo di nove giorni di lutto che segue alla morte del Papa - la messa in suffragio di Papa Francesco, alla quale hanno partecipato anche i dipendenti del Vaticano.
Una piazza San Pietro inondata stamani di sole e di capellini colorati. Erano oltre 200 mila i ragazzi giunti a Roma per il Giubileo degli Adolescenti. Venivano dall'Italia e
dall'Europa, ma anche dagli Stati Uniti all'America Latina, all'Africa, all'Asia, agli Emirati Arabi. "Con voi è realmente presente il mondo intero!", dice Parolin che rivolge loro "un saluto speciale", "col desiderio - aggiunge - di farvi sentire l'abbraccio della Chiesa e l'affetto di Papa Francesco, che avrebbe desiderato incontrarvi, guardarvi negli occhi, passare in mezzo a voi per salutarvi".
Poi, l'esortazione a non dimenticare, tra le tante sfide dell'oggi (tecnologia e Intelligenza Artificiale) di alimentare la vita con la "vera speranza che ha il volto di Gesù". E ricordando le parole del Pontefice argentino che diceva che "misericordia" è il nome stesso di Dio, Parolin invita a raccogliere "come un tesoro prezioso" la sua eredita' "e farla diventare vita vissuta", diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri.
"Il nostro affetto per lui, che si sta manifestando in queste ore, non deve restare una semplice emozione del momento", osserva. Siamo chiamati all'impegno di vivere le nostre relazioni "non più secondo i criteri del calcolo o accecati dall'egoismo, ma aprendoci al dialogo con l'altro, accogliendo chi incontriamo lungo il cammino e perdonando le sue debolezze e i suoi errori" perché, rimarca, "solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell'odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco".
"Fratelli e sorelle, proprio nella domenica della misericordia ricordiamo con affetto il nostro amato Papa Francesco. Questo ricordo è particolarmente vivo tra i dipendenti e i fedeli della Città del Vaticano, molti dei quali sono qui presenti, e che vorrei ringraziare per il servizio che svolgono quotidianamente. A voi, a noi tutti, al mondo intero, Papa Francesco rivolge il suo abbraccio dal Cielo", la sua conclusione.